Il mese della notte buia che si accende di colori per le festività, soprattutto religiose, nel mondo occidentale -quindi chiaramente anche in Italia- deve il suo nome, dicembre, al calendario romano. La parola viene infatti dal latino decem (il mese numero dieci), perché il calendario cominciava a marzo.
In termini legati all’astronomia, il fenomeno più importante è il solstizio d’inverno: nel 2019 cade il 22 dicembre, il giorno più corto dell’anno, vale a dire quello con meno ore di luce.
Le festività religiose cominciano l’8 dicembre, in cui si ricorda l’immacolata concezione di Maria (si crede che la Madonna non avesse, per nascita, la macchia del peccato originale), e la tradizione in Italia prevede che si facciano gli addobbi luminosi a partire da quel giorno. L’albero natalizio, il presepe, le luci interne alle case e anche quelle esterne, splendono per dare agli oggetti quella brillantezza di colore che nella stagione non c’è nella natura.
Ci sono bambini, e per la verità anche adulti nostalgici dell’infanzia, che dal primo dicembre aprono ogni giorno una finestrella nel loro calendario dell’avvento. L’ultima finestra è del 24, la vigilia: il giorno tanto atteso arriva finalmente, con la nascita di Gesù bambino e i doni portati da Babbo Natale. Festa familiare per eccellenza, il Natale mette in tavola tutti insieme, grandi e piccoli, e il cibo che si condivide è forse il migliore dell’anno per abbondanza e qualità.
Il mese si chiude con la notte di San Silvestro, 31 dicembre, in cui si saluta l’anno vecchio e si spera che il nuovo sia più prospero e fortunato. Fuochi d’artificio e botti, da mezzanotte in poi, accendono i cieli dappertutto, in mezzo ai brindisi augurali, nel calore dell’amicizia e dell’amore: almeno, questa è la speranza!