Chi può mai dire in cosa consista la fortuna? Basterebbe affidarsi a una qualsiasi e saggia parabola zen per mettere in questione la fissità del concetto di buona o cattiva sorte.

Ma è innegabile che la tradizione ci consegni ancora oggi numerosi gesti scaramantici: forse vengono dalla notte dei tempi, frutto di superstizioni prive di senso, ma in Italia sono accolti comunemente con la magica frase “Non è vero, ma ci credo!”, che mette d’accordo un po’ tutti.

E allora vediamo un piccolo campionario dei gesti più comuni: gettare il sale dietro la spalla sinistra combatte la sfortuna, come procurarsi un bel cornetto rosso contro il malocchio. Anche indossare sempre lo stesso indumento in occasioni importanti ingrazia la sorte, come dire  in bocca al lupo anziché “Auguri!” a qualcuno che deve affrontare una prova impegnativa. Pure toccare ferro porta bene, o mettere mutande rosse a capodanno, oltre a mangiare lenticchie e uva quel giorno, per aumentare la prosperità. In più, quello che si fa il primo dell’anno, si farà tutto l’anno, quindi diventa necessario compiere qualcosa di bello!

E per la squadra del cuore bisogna sempre guardare una partita a casa nello stesso posto, e possibilmente con le stesse persone. Infine, mai attraversare la strada se passa un gatto nero.  Uffa, che faticaccia!

Comunque sia, a gennaio si fanno anche buoni propositi: ognuno mentalmente esprime i suoi.

I grandi classici riguardano il dimagrire, fare tanto sport, imparare una lingua straniera o a suonare uno strumento.

E speriamo con tutte le nostre forze, spingendo i desideri verso la nostra volontà: chissà se avverrà quest’incontro?

Auguriamoci di sì e formuliamo per tutti il migliore dei propositi: tornare a muoverci liberamente, viaggiare come e più di prima.

Vediamo se il 2021 sta in ascolto e volesse il cielo che ci porti fortuna!