Nel settecentenario della morte di Dante Alighieri, il Comune di Torgiano ha deciso di aprire le porte dei propri palazzi nobiliari per dare una cornice importante ai versi di quella Commedia che Boccaccio definì divina. Nei corridoi, come nelle stanze delle ville, sono risuonati i celebri versi delle cantiche dantesche, e presto saranno accessibili in un video curato dal regista Gianluca Foresi per l’amministrazione torgianese. Lo ascolteremo con grande piacere, e riconosceremo anche la voce toscaneggiante della nostra Stefania Poli, coinvolta nel progetto per la lettura delle terzine, alcune tratte dal canto di Paolo e Francesca. Il gruppo di lettori e cameraman comprende Michela Caseti, Sandra Sarti, Alessandro Paci, Vittorio Gatti, Enrico Sciattella, Lorenzo Casagrande Berzilli e Oriana Dolci.

Nel frattempo, per giugno vogliamo indicare i palazzi torgianesi prescelti dal Comune come sfondo della recitazione. Il primo sorge in direzione Ponte Rosciano, sulla cima di una piccola altura coperta di vegetazione boschiva e situata nel punto di confluenza dei fiumi Chiascio e Tevere: è la settecentesca Villa della Montagnola. Nel XVIII secolo la villa fu residenza di rappresentanza della famiglia Baglioni.

Invece, lungo la strada provinciale 401, un viale alberato conduce alla Villa Goga, oggi Fattoria Spinola. Perno di un’ampia tenuta acquistata nel 1843 dal marchese Pietro Ugo Spinola, delegato pontificio di Perugia divenuto poi cardinale, in un primo tempo fu adibita a rimessa per attrezzi agricoli, poi venne restituita alla sua primitiva funzione di casa per la villeggiatura intorno agli anni Trenta del Novecento.

Con il Molino Silvestri scopriamo successivamente un’altra peculiarità del territorio torgianese: la famiglia Silvestri produce farine e semole nel mulino ad acqua di proprietà, situato sul fiume Chiascio. Seguendo metodi tradizionali tramandati di generazione in generazione, le farine Silvestri sono biologiche, ottenute macinando il grano con le macine a pietra naturale francese.

Anche il palazzo Baglioni è stato aperto per Dante: l’edificio è stato costruito nel XVII secolo, inglobando al suo interno sei case e un cortile preesistenti. Il palazzo venne costruito per consentire all’antica famiglia perugina di avere un domicilio a Torgiano, per poter così amministrare la terza parte della Signoria di Rosciano che, a fine Cinquecento, i Baglioni avevano ereditato dai Signorelli. Chiude la carrellata Palazzo Manganelli.

Ecco, questi luoghi suggestivi, vicini fra loro, sono lo scenario che restituisce la voce a Dante: un italiano che vide prima di altri il destino unitario della penisola, ed evocandolo, cominciò a crearlo, donandoci una lingua comune.