In questo mese di febbraio, mese del carnevale (il 28 febbraio sarà giovedì grasso), vogliamo rendere omaggio ad alcuni nostri studenti che abitano a Monte Castello Vibio e a Panicale, due paesini umbri che hanno in comune una particolarità: ognuno ha un teatro proprio, simbolo del bisogno di autonomia dei cittadini. Sono piccoli borghi con una vita culturale da conoscere e uno spazio scenico da visitare.
Prima parliamo del Teatro della Concordia di Monte Castello Vibio, vicino a Todi, che è conosciuto con lo slogan “il più piccolo teatro del mondo”, perché è la fedele riproduzione in miniatura dei teatri all’italiana, una testimonianza dello stile goldoniano (Goldoni è stato un autore settecentesco di rinomanza mondiale). Nove famiglie importanti, all’inizio dell’Ottocento (XIX secolo) durante l’occupazione napoleonica, fecero costruire questo teatro ispirato agli ideali della rivoluzione francese: libertà, uguaglianza e fratellanza. Concordia è il nome che richiama immediatamente il nuovo spirito dei tempi. Una società di persone ancora oggi organizza in quel piccolo spazio una stagione teatrale annuale, ma il teatro è utilizzato anche per convegni, riunioni e matrimoni civili, data la bellezza e particolarità dell’architettura. È possibile pure fare delle visite guidate, per info: https://www.teatropiccolo.it/
Panicale, vicino al lago Trasimeno e distante quindici chilometri dalla Toscana, è il borgo in cui sorge il Teatro Caporali. Nel 1786 dodici famiglie panicalesi fra le più importanti fondarono una società che venne chiamata Accademia teatrale. Fecero costruire un bel teatrino in legno che per la sua posizione nel paesaggio locale fu chiamato Teatro del Sole: era il segno di una volontà di indipendenza dal clero, la classe sociale composta di religiosi che in quel momento era alla guida del borgo. Il teatro, ridotto nella metà dell’Ottocento in uno stato molto degradato, venne ampliato e riaperto nel 1858 durante il periodo di carnevale. A quel punto cambiò il nome e venne intitolato a Cesare Caporali, poeta giocoso cinquecentesco nato a Panicale.
Chissà se i nostri studenti sono mai entrati in questi gioielli del territorio umbro: varrebbe davvero la pena farsi un giretto da quelle parti, magari in una fredda giornata di sole, pensando al buon gusto delle generazioni passate.