Con la fine di gennaio arrivano a Perugia le celebrazioni per la ricorrenza del patrono, San Costanzo. In realtà sono tre i santi della città ma per “il santo della grande freddura” la città si veste a festa per alcuni giorni.
Alla vigilia, tradizionalmente, si svolge il corteo della Luminaria, in cui le autorità civili e religiose sfilano per il centro storico portando in omaggio al patrono cinque doni: la corona d’alloro, il cero, il torcolo, l’incenso e il vinsanto.
Per il giorno dopo è previsto un fitto programma di appuntamenti, non solo di carattere religioso e storico ma anche gastronomico. Tra questi spiccano la fiera in Borgo XX giugno, storica mostra mercato di prodotti tipici e artigianato, e l’attesa degustazione in Corso Vannucci del torcolo di San Costanzo, dolce tipico a forma di anello. Il torcolo ha una base di pasta di pane con frutta secca e si presenta con una forma intrecciata e rotonda che ricorda la corona di fiori posta sul collo del Santo per nascondere il segno della sua decapitazione.
Curiosità: le ragazze “in età da marito” che vogliono sapere se si sposeranno entro l’anno si recano nella chiesa di San Costanzo e, guardando il gioco di luci riflesse sull’immagine del Santo, dovranno notare se farà l’occhiolino: se sì si sposeranno, altrimenti per consolazione il fidanzato le regalerà il torcolo di San Costanzo.
E come dicono i perugini:
“San Costanzo dall’occhio rotondo famme l’occhietto sinnò n’ciartorno”.
(“San Costanzo dall’occhio rotondo fammi l’occhietto sennò non ci ritorno più”).